La località ora denominata sulla Carta Tecnica Regionale "S. Marco" e "Podere Casino S. Marco" si trova a
sud est della frazione di Piumazzo, disposta parallelamente e meridionalmente alla via Galante che conduce
fino al torrente Samoggia, posto più ad est. La prima citazione di San Marco, secondo studi accreditati,
risale al X secolo: al 906 è attribuita la prima menzione di un luogo e di un oratorio dedicato a S. Marco
in Piumazzo, anno in cui fu compilato 1'inventario dei beni del monastero femminile di S. Giulia di Brescia
dove è elencata, sia la cappella "in honore sancte Marco dedicata ", sia la corte di S. Marco con le case,
le terre, gli animali e i coloni ad essa pertinenti.
Nel documento si precisa che al mantenimento della cappella si provvedeva con questi beni: una casa,
una "caminata" (ossia un edificio con focolare), una estensione di terra su cui si potevano seminare
molti cereali, una vigna. Alla dotazione della cappella spettava anche un servo manente, cioè un
coltivatore residente sul luogo. Si afferma, inoltre, che la corte di S. Marco era costituita da due case,
una caminata, terra arativa, una vigna, una foresta.
Nel 1112 le notizie sui signori di S. Marco autorizzano a supporre l'esistenza almeno di una rocca
signorile, se non di un vero e proprio abitato cinto da mura.
È precoce la distruzione del castello, in auge soprattutto nel periodo precedente alla nascita di Castrum
Plumacium. Da quel tempo (primi anni del Duecento), salvo alcuni periodi fortunati, lo splendore del
castello dei "signori di S. Marco" deve essere andato lentamente scemando. Si aprirà un nuovo capitolo
della sua storia sotto altri auspici: con la nascita dell 'Ospitale degli Esposti.
In un documento recuperato all' Archivio Storico della Provincia di Bologna si può forse risalire alla
cronologia circa l' origine dell 'Istituto dei Bastardini a Piumazzo, in località S. Marco. Si tratta di
un documento di locazione fatta dai "Sindaci dell'Ospitale degli Esposti a Francesco del Trebbo". Esso
reca la data 1565 (antecedente alla data riportata dallo stemma ancora visibile di "casa Motta") e si
rivela importante anche per i confini del sito, in quanto si dice che è "appresso quelli di Boschetti,
la via pubblica su tre lati e vicino Boccaferri".
Non siamo in grado di assicurarlo, ma dalle ricerche èffettuate è possibile che questa possessione, in
loco S. Marco, corrisponda grosso modo all'area sita oggi fra "casa Motta" e agriturismo Grimandi.
Da uno schizzo dell 'abate Calindri (1785) si può intuire la presenza di una piccola motta di forma
rettangolare attribuibile ai resti del castello di S. Marco che al suo tempo erano appena riconoscibili,
mentre una mappa redatta nel 1707 dal perito Francesco Contoli e recuperata nell' Archivio Storico
della Provincia di Bologna restituisce notizie molto importanti: in effetti, pur nella sua approssimazione,
nella carta sono ricostruibili i confini di S. Marco, l'antica viabilità del luogo, il tempietto dedicato
a S. Marco (nel "piazzale Erboso") e gli edifici dei Bastardini, oggi attribuibili a "Casa Motta" e
all' agriturismo Grimandi (rispettivamente ospitale e casino).
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
P. Foschi, Il castello di S. Marco presso Piumazzo e i suoi signori in un estimo de1 1232, in AMDSPPM, XI,
Vol.XIV, 1992, pp. 25-58.
"I Bastardini. Patrimonio e memoria di un ospedale bolognese", Bologna 1990 D. Neri, Il castello di
S. Marco presso Piumazzo: nuovi dati, cds.